» » Escursionisti per caso  » relazioni, arrampicata, arrampicate, vie di roccia, vie normali, vie di ghiaccio, scalata, scalate, alpinismo, scialpinismo, ferrate, ferrata, alpinisti, alpinista, cordata, montagna, civetta, pelmo, antelao, tofana, trekking, vie ferrate, escursioni, dolomiti, escursioni in dolomiti
Nome:        Gran Paradiso

Cima:         Gran Paradiso

Zona:         Gran Paradiso

Altezza:     4061 mt     Dislivello: 2050 mt

Tempi:       3 + 4 ore

Materiali: normale attrezzatura da alpinismo su ghiacciaio (corda, picozza e ramponi)


Strada di accesso:
Dall'affollato parcheggio di Pont Valsavaranche 1.960 m, si segue la strada forestale che attraversa il ponte sul torrente Savare e si inoltra nella valle. Poco più avanti si imbocca sulla sinistra il sentiero per il rifugio Vittorio Emanuele che con numerosi tornanti si inerpica nel ripido bosco. Più in alto si esce dal bosco e si percorrono in direzione Est gli ampi dossi morenici oltre i quali si apre la vista sulle pareti Nord del Ciarforon 3642 m e della Becca di Monciair 3544 m.
In breve si raggiunge il rifugio Vittorio Emanuele, posto a 2775 m di quota.

Relazione:
Il secondo giorno si parte presto al mattino e alla luce delle pile frontali si sale in direzione Nord Est. Il percorso si snoda tra grandi massi che si superano seguendo gli omini di pietre e la traccia di sentiero. Più in alto un canale che raccoglie l'acqua del ghiacciaio permette di raggiungere la base dello stesso dove si calzano i ramponi e ci si lega in cordata. Il primo ripido pendio permette di accedere alla parte alta della salita, caratterizzata da ampi dossi nevosi più o meno impegnativi a seconda della quantità di neve presente.
Normalmente il percorso è ben tracciato e non pone grosse difficoltà fino a quando si devia a sinistra (Nord-Est), per superare la "schiena d'asino", la dorsale crepacciata che separa il ghiacciaio del Gran Paradiso da quello di Laveciau. Si tratta di uno dei punti più impegnativi della salita, soprattutto quando è poco innevato e si procede su ghiaccio vivo.
Si percorre poi un ampio semicerchio verso sinistra, puntando inizialmente verso Est, in direzione della Becca di Moncorvè, per traversare a lungo verso sinistra (Nord) nella parte alta del circo glaciale.
La cima è ormai in vista, ma per raggiungerla dalla ventosa forcella di cresta occorre salire la breve cresta rocciosa terminale. Questa è piuttosto stretta e nei giorni più affollati non è facile l'incrocio tra le cordate che salgono e scendono contemporaneamente lungo il passaggio. Dalla piccola vetta il panorama è però senz'altro ripagante di ogni sforzo.

Discesa:
Si segue a ritroso l'itinerario percorso in salita.




















> Graphic by Army © 2000-2024 Webdreams