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Nome:        Dallago

Cima:         Cason di Formin

Zona:         Lastoni di Formin

Altezza:          Dislivello: 300 mt

Tempi:       3 ore

Difficoltà:    IV, 1p. IV+

Materiale:    chiodi; utile qualche dado

Punto di partenza:    Ponte Rocurto (o Rutorto), ca. 1700 m, sulla SS 638 Pocol-Passo Giau, dove inizia il sentiero per il rif. Palmieri.

La via segue interamente il destro dei due diedri a foggia di Y che solcano la parete N0. Sul ramo di sinistra sale la via Dibona. Roccia discreta

Attacco:
Dalla strada, seguire il sentiero che porta al rif. Palmieri (segn. 437) fino al bivio per Forc. Rossa di Formin (tabella segnavia). Di qui, prendere a destra (segn. 435) una traccia all'inizio poco evidente, poi più marcata, fino a portarsi in prossimità del monte dove, abbandonato il sentiero, per ripide ghiaie si sale alla base dell'evidente diedro. Clessidra per la sosta (ore 1).

Relazione:

1.  Dal fondo del diedro (attacco originale via Dibona), tenendosi sulla parete di destra ben articolata, si sale ad una piccola conca ghiaiosa. Sosta su 1C (50 m; III, III+).

N.B. La via originale attacca ca. 20 m più a destra, e sale direttamente lungo una fessura superficiale (IV, pp. V; 2C) che porta alla sosta sulla conca ghiaiosa

2.  Si sale verso sinistra per un canale con blocchi instabili che dopo ca. 20 m si biforca in due rami. Seguire quello di destra (a sinistra sale la via Dibona) tenendosi ora sul fondo del diedro ora sulla parete di destra (1 C). Sosta scomoda su spuntone (45 m; III, IV; 1C).

3.  Proseguire per il diedro superando alcuni risalti (1C) fino ad un'ampia nicchia sul fondo del diedro. Sosta su un 1C (ca. 35 m; III/IV; 1C).

4.  Uscire dalla parete di destra e proseguire per il diedro superando una strozzatura (IV+, 1C) da cui si esce, per facile caminetto, su una banca detritica. Sosta su 1C alla base della prosecuzione del diedro (50 m; IV, 1p. IV+;1C).

5.  Continuare per il diedro, sempre verticale, superando direttamente un paio di strapiombi (1C, clessidre). Sosta da attrezzare (45 m; IV; 1C).

6.  La verticalità del diedro ora si attenua, per cui conviene proseguire sulla facile parete di destra fino ad una spalla. Sosta su spuntone (30 m; III). Spostarsi a sinistra per ghiaie e tracce di passaggio fin sotto la cuspide finale di rocce rotte.

7.  Si sale direttamente per parete aggirando a sinistra uno spigolo per imboccare un canalino; per esso, ad una paretina sulla destra che esce in vetta (ca. 35 m; II, III).

Discesa:
Scendendo verso S (pp. II), una decina di metri sotto la cima, si trova un ancoraggio per doppia da cui, con calata di 25 m, si perviene sul fondo di un canale detritico in prossimità di un intaglio caratterizzato da una grande finestra di blocchi incastrati. Si attraversa la finestra scendendo poi per un canalino ghiaioso ai prati della bancata est del monte. Per essi, tenendosi a sinistra, si giunge ad una forcelletta della cresta dove ha inizio un ripido canale nevoso e/o detritico che riconduce all'attacco (ca. 30 min).

Alla finestra di blocchi incastrati si può anche giungere direttamente dalla spalla all'uscita del diedro spo-standosi qualche metro a sinistra per ghiaie e traversando poi a destra per imboccare un ripido canale ghiaioso ostruito da un enorme masso incastrato. Superarlo scalando una breve placca sulla sinistra (difficile) oppure infilandosi sotto il masso per uscirne sulla sommità attraverso una stretta galleria donde, in breve, alla finestra.

















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